Il collasso finanziario è stato evitato con l'accordo tampone di lunedì mattina, ma la situazione di Cipro è ancora un vortice di tensioni, precarietà e misure non chiare.
Nicosia appare incapace di gestire il ruolo di mandante della troika. Il presidente Anastiadesis ed il ministro delle finanze Sarris stanno guidando - si fa per dire - il momento più drammatico della storia recente del paese in modo confuso e approssimativo: dall'annuncio del piano bis per l'erogazione di 10 miliardi di euro da parte della troika, il governo di Nicosia ha annunciato la chiusura delle banche fino almeno a giovedì, ha imposto il blocco ai capitali stranieri e non si sa ancora con esattezza il tasso che verrà applicato sui conti superiori ai 100 mila euro. A complicare la situazione, il presidente di Bank of Cyprus, Andreas Artemis, si è dimesso ma ancora non è stata fatta chiarezza sulla guida della principale banca del paese che insieme a Laiki subirà una dolorosissima ristrutturazione.
Questa confusione ed incertezza rendono non scontato un aspetto che si tende a sottovalutare: l'approvazione delle nuove misure da parte del Parlamento di Nicosia, al cui esterno, nel silenzio dei media italiani, migliaia di studenti sono tornati oggi a manifestare. “Ci stanno portando via tutti i nostri sogni, tutto quello su cui stiamo lavorando e quello che i nostri genitori hanno ottenuto”, l'emozionante appello di un liceale ad un giornalista di Reuters. Fuori la Banca centrale, inoltre, 200 impiegati di Cyprus of Bank hanno chiesto con forza le dimissioni del Governatore Panicos Demetriades, considerato uno dei principali responsabili del dissenso.
Sulla vicenda di Cipro al momento vi è una sola certezza: il programma di aiuti imporrà una recessione drammatica, secondo alcune stime di fonti interne alla troika il crollo del Pil arriverà a toccare la cifra record del 10%.
La questione fondamentale per il futuro non solo di Cipro ma di tutta l'euro zona è drammaticamente semplice nella sua complessità: la capacità di Nicosia di saper riprendere il sentiero della crescita, una volta ristrutturato il settore bancario e finanziario. Al momento, le misure d'austerità scelte dalla hanno imposto un circolo vizioso drammatico - l'austerità incide sulla crescita che pesa sul debito che richiede ulteriori tagli lato della crescita - che non lascia margini di speranza sotto questo punto di vista.
Per un approfondimento del piano di salvataggio deciso dalla troika e la ristrutturazione del sistema bancario cipriota si rimanda a http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=3918
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