mercoledì 27 marzo 2013
No all'Europa tedesca
"E' un'ironia bizzarra della storia, se si considera che il principale proposito del progetto europeo dagli anni '50 in poi è stato quello di far coesistere Berlino in modo pacifico con i suoi vicini ed impedire che divenisse nuovamente troppo potente da sfidare il continente. Il progetto era di costruire una Germania europea, piuttosto che un'Europa tedesca”.
Con queste parole Gideon Rachman in The making of a German Europe, rubrica settimanale per il Financial Times, centra il problema nevralgico al cuore dello stallo europeo, che vede in Cipro la sua attuale ma non ultima manifestazione. La crisi a Nicosia dimostra inequivocabilmente come la direzione dell'Ue sia vincolata alle idee e alle preferenze imposte da Berlino. Il suo ruolo egemonico attuale rappresenta un elemento destabilizzante e pericoloso per il progetto europeo. Senza un riequilibrio, che passa per la creazione di un bilancio federale e la fine imminente delle stupidi quanto inutili misure d'austerità, non è eresia o criminale pensare all'uscita dalla moneta unica.
Vista la reticenza manifestata dalla Germania e gli altri paesi del nord, il nostro appello va nuovamente a Roma, Madrid, Parigi, Atene. L'iniziativa deve essere assunta dai paesi dell'Europa mediterranea con una decisione molto semplice, ma che non lascerebbe più alibi al Nord del continente: la preparazione di un nuovo trattato che preveda l'introduzione del bilancio federale, da sottoporre a Berlino e vicini. Non si può più partecipare passivamente alla creazione di questa Europa tedesca.
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