venerdì 4 ottobre 2013

TroiKaLand. Introduzione

Dopo "Quello che bisogna sapere della troika", che vi ha presentato da un punto di vista storico-giuridico le tre istituzioni internazionali che si stanno sostituendo ad i governi nazionali, l'Antitroika presenta un nuovo percorso formativo "TroiKaLand", volto ad indicare passo passo come il dominio finanziario condizioni ogni aspetto della vecchia vita democratica dei paesi membri della zona euro.

Introduzione


di C.Richmond-N’zi 

Nel regno animale, il fine ultimo di un nucleo famigliare è quello di proteggere e salvaguardare i suoi membri, preservare la propria specie dando priorità alle nuove generazioni, perché un giorno a loro sarà affidata la gestione della famiglia. E tutti i membri sono consapevoli che dai loro comportamenti dipende il buon svolgimento della vita di comunità.

Nel regno umano, a causa di pseudo necessità, abbiamo sacrificato il nucleo familiare per promuovere un processo di allargamento della società. Il continuo progresso tecnologico ha senza dubbio contribuito, ma l’ideatore ultimo rimane senza dubbio l’intelletto umano. Abbiamo sfruttato la nostra evoluzione celebrale e rinunciato al nostro libero arbitrio per concepire lo Stato, un apparato che racchiude la pluralità delle voci in una sola, un apparato che gestisce e regola con leggi artificiali la società; un apparato che sanziona i comportamenti non conformi alle sue direttive, un apparato che giudica le nostre controversie. Corroso dalle manie di protagonismo, dal semplicismo e dal puro individualismo, l’apparato è diventato un misto di intrighi, di malsane relazioni, di corruzione e di puro affarismo, riscrivendo la concezione  dell’essenza del suo naturale fine ultimo. L’incapacità dello Stato di adempiere i suoi obblighi avrebbe potuto comportare una sana ed obiettiva riflessione sulla sua progettazione, invece di cederne il coordinamento e la gestione a ‘terzi’: la società internazionale.

Abbiamo così concepito un apparato indipendente, fondato sui principi di sussidiarietà e di proporzionalità, istituito con norme artificiali fortemente in contrasto con le leggi di natura, alle quali però, gli Stati sono direttamente vincolati. Abbiamo ottenuto un totale condizionamento, una totale dipendenza da questo apparato, diventandone succubi. Ripudiando il retto uso del sapere per imboccare ciecamente oscuri sentieri, abbiamo invertito il senso della ragione sociale, diventando, a discapito nostro e delle generazioni a venire, nientemeno che foraggio per il sistema internazionale.

Nonostante la natura ci abbia sempre donato in modo continuo e sostenibile tutto ciò di cui necessitassimo, le futili necessità e l’egoistica ricerca di sazietà individuale hanno incoronato lo scambio in forma di acquisto-vendita di beni e servizi, ovvero il commercio, come unico regolatore della nostra società ed unico vettore che possa condurci a soddisfare i nostri capricci. Oggi, l’economia è la principale unità di misura; sia per il singolo individuo, sia per lo Stato, e lo e’ specialmente per la società internazionale.
Il commercio di una volta, sovrastato dal cosiddetto sistema economico-finanziario è stato ormai da tempo elevato come supremo potere legislativo, come supremo potere esecutivo e come supremo potere giudiziario dell’attuale società. ‘Legalmente’ istituito il 22 luglio del 1944, il sistema economico-finanziario e’ composto da due istituzioni predominanti: la Banca Mondiale, la quale dovrebbe avere come fine ultimo il “ridurre la povertà mondiale”, ed il Fondo Monetario Internazionale, il suo braccio armato. Sarà una casualità, ma nello Statuto istitutivo di quest'ultimo, gli Stati hanno tecnicamente omesso di vincolarlo al rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo, perpetuando tale omissione nel momento in cui tale vincolo non e’ mai stato applicato, nemmeno mediante le successive modifiche apportate allo Statuto stesso.

Nonostante il Fondo non intenda promuovere il principio ‘ama il tuo prossimo come fosse te stesso’, gli abbiamo conferito il potere di «stabilire il sistema dei pagamenti», di «sorvegliare il sistema monetario ed il modo in cui ogni Stato adempie i suoi obblighi», nonché di «collaborare e consultare gli Stati per i problemi monetari e di mantenere elevati i livelli di occupazione e di reddito reale». Nonostante funga anche da consulente e da collaboratore tecnico degli Stati, qualora non dovesse svolgere correttamente i suoi ruoli e uno di essi dovesse riscontrare «squilibri nella sua bilancia dei pagamenti», il Fondo stesso mette a disposizione risorse finanziarie per «correggere» tali squilibri, evitando così che lo Stato debba «ricorrere a misure che rischierebbero di compromettere la prosperità nazionale o internazionale». Avrebbe la possibilità di indurre uno Stato in errore, per poi offrire la soluzione. Potrebbe.
Il Fondo funge inoltre «da centro di raccolta e di scambio di informazioni sui problemi monetari e finanziari, agevolando la realizzazione di studi volti ad assistere gli Stati nell'elaborazione delle politiche necessarie a promuovere il conseguimento degli scopi del Fondo». Per promuovere gli scopi del Fondo, non a conseguire il fine ultimo naturale dello Stato e quello del nucleo familiare (che dovrebbero convergere), ma bensì a conseguire degli scopi del Fondo stesso.

Essendo il sistema creato dall'uomo per assecondare le sue futili necessità, le risorse in dotazione al sistema economico-finanziario non vengono messe a disposizione da madre natura. Tutti gli Stati membri della società internazionale hanno sottoscritto una quota al Fondo, elargendogli una parte delle risorse necessarie. Mentre il PIL degli Stati stenta a crescere, con metodi alquanto ambigui o perlomeno discutibili, quello del Fondo non cessa di incrementare. Mediante la revisione generale delle quote assegnate agli Stati (ogni 5 anni) o modificando il valore delle quote stesse (ogni qual volta che il Fondo stesso lo ritiene necessario), il Fondo può aumentare notevolmente il capitale a sua disposizione. Dal 1945 ad oggi sono state indette 14 revisioni delle quote e l’ultima, e’ stata approvata il 22 dicembre 2010, mentre la prossima, semplicemente anticipata a gennaio 2014. C’è aria di crisi, meglio giocare in anticipo.

La modifica o la revisione delle quote non sono gli unici artifici usati dal Fondo per incrementare il suo capitale; mediante gli Accordi Generali di Prestito (GAB), 15 Stati gli forniscono più di 22 miliardi di euro, mentre con i Nuovi Accordi di Prestito (NAB), 38 membri gli donano senza ‘se e senza ma’ ulteriori 638 miliardi di euro. Non solo il Fondo per espletare i suoi servigi usufruisce delle disponibilità degli Stati, ma ha addirittura la facoltà di indebitarsi e per di più, con gli Stati ai quali dovrebbe prestare assistenza finanziaria. Un puro controsenso. Eppure, sia la Banca Mondiale che il Fondo Monetario Internazionale pongono in essere enormi sforzi per ‘combattere’ la povertà ed evitare che gli Stati «rischino di compromettere la prosperità nazionale o internazionale», ed è obiettivamente palese!

Ogni 5 secondi un bambino muore di fame; ogni minuto, a causa della carenza e dell’inefficienza del sistema sanitario, una madre muore durante il parto; ogni giorno muoiono per diarrea più di 4'000 bambini sotto i 5 anni di età; oltre 700 milioni di lavoratori vivono con meno di 1,25 $ al giorno e più di 1,2 miliardi con meno di 2 $; oltre 1 miliardo di persone vivono senza accesso all’acqua potabile e 2 miliardi senza strutture igienico-sanitarie adeguate; la spesa annuale devoluta all’Hiv/Aids, una malattia che miete 3 milioni di vite all’anno, e’ pari a 3 giorni di spesa di armamenti; ogni anno vengono spesi 1 trilione di $ per la ‘difesa’, contro i 325 miliardi per l’agricoltura, contro 60 miliardi per gli aiuti allo sviluppo; per ogni dollaro speso in cooperazione allo sviluppo, ne vengono spesi 10 in armamenti. Ma all’uomo tutto questo non interessa, noi pensiamo soltanto e costantemente alla nostra personale avidità, al successo individuale e non abbiamo il tempo di badare anche al Fondo Monetario, ai suoi beni ed alle sue disponibilità che godono dell’immunità giurisdizionale integrale. Per questo accettiamo che i suoi beni e le sue disponibilità non possano essere perquisiti, requisiti o confiscati da alcun potere esecutivo o legislativo. Per questo concediamo che i suoi beni e le sue disponibilità siano esenti da restrizioni, regolamentazioni, controlli e moratorie di qualsiasi tipo. Per questo approviamo che i suoi dipendenti non possano essere perseguiti per gli atti da loro compiuti. Per questo non ci interessa se le disponibilità, i beni, i redditi e le operazioni del Fondo sono totalmente esenti da ogni imposta e dazio doganale e per questo accettiamo che nessuna imposta è dovuta dal Fondo sulle obbligazioni ed i titoli da lui emessi.

Nel regno animale esistono le diseguaglianze e per evitare di compromettere l’integrità del nucleo famigliare, accade anche che i più deboli vengono allontanati o abbandonati a sé stessi. È vero, esistono anche gli sciacalli, gli avvoltoi ed i licaoni, animali che vivono approfittando delle disgrazie altrui, specie che campano grazie alle difficoltà del prossimo, che scrutano la preda da lontano, che godono dell’agonia della loro preda, pregustando il momento in cui su di essa potranno avventarsi. Questo e’ il regno animale, l’indole animale e pertanto, non del nostro regno.  In pratica, due mila anni dopo che ci e’ stato insegnato «ama il tuo prossimo come fosse te stesso» e nonostante ci definiamo sapiens, non siamo ancora in grado di distinguerci dalle specie animali a noi inferiori, anzi, abbiamo trovato il modo di scordare cosa sia il retto uso della conoscenza. Abbiamo spontaneamente tralasciato le leggi di natura per idearne delle artificiali, ci siamo sigillati in un complesso sistema che opprime in modo continuo e progressivo il nucleo familiare e le generazioni future. Quale utilità può avere la nostra intelligenza superiore nel momento in cui la usiamo per creare qualcosa che non rende migliore la nostra condizione di vita, ma la complica ad una perenne tortura?

Abbiamo creato un sistema che invece di alleviare le nostre fatiche, promuove la diseguaglianza, che ci limita fisicamente e mentalmente, che ci allontana dalle nostre naturali necessità. Viviamo un delirante incubo dove tutto è manomesso, dove tutto è artificiale e dove tutto è fittizio. Viviamo in un luogo dove ‘l’ignoranza è forza, la guerra è pace e la libertà è schiavitù’.


 “ … hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero?
E se da un sogno così non ti dovessi più svegliare? … ”
Matrix


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