"I rischi sono immensi: come è strutturato non si tratta di un salvataggio della Grecia, che avrà un aggiustamento dolorosissimo, ma di un bailout del debito privato del paese, in gran parte in mano alle istituzioni finanziarie europee". Ed ancora. " Le autorità europee dovrebbero essere pronte ad iniziare una ristrutturazione del debito greco perché la via proposta avrà un impatto minimo sui problemi di solvenza di lungo periodo ed è molto probabile che la Grecia finirà per peggiorare la propria situazione dopo l'attuazione di questo programma". A dichiararlo non sono esponenti di Syriza o un blogger greco, ma il membro brasiliano ed argentino del Fondo Monetario Internazionale, Paulo Nogueira Batista
e Pablo Andrés Pereira rispettivamente, nell'incontro del 9 maggio 2010 del board dell'organizzazione internazionale, che ha poi dato il via libera al programma di salvataggio insieme a Commissione europea e Bce – la troika - poi attuato dalla Grecia.
Vi ricordate quando nel giugno 2013 Christine Lagarde ci diceva che "nel maggio sapevamo che la Grecia avesse bisogno di un salvataggio, ma non di una ristrutturazione del debito. Non avevamo sentore che la situazione economica complessiva potesse deteriorarsi così velocemente"? Mentiva. Più di un membro del Fmi aveva il polso della situazione, ma è stato messo in minoranza. Se consideriamo, dai documenti trapelati grazie al Wall Street Journal, che anche i membri di Svizzera, Iran, Egitto e, soprattutto, Cina ed India – non Isole Samoa e Zimbabwe con tutto il rispetto - avevano criticato duramente il programma poi attuato per la Grecia, abbiamo la conferma di come la decisione sia stata presa molto tempo prima da ambienti extra statali. Quegli stessi ambienti, privati, che, come ha predetto molto bene Batista nel maggio del 2010, sono stati gli unici a beneficiare "delle lacrime e del sangue" inutilmente versato dalla popolazione greca.
Ancora una conferma di come il caso Grecia sia stato pensato come "un topo da laboratorio" da esportare eventualmente in tutta l'Europa meridionale.
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