venerdì 14 giugno 2013

"Il Fmi esca dalla troika". Il Truman Show deve continuare



Il Fmi deve uscire dalla troika. A dichiararlo in un'intervista al Frankfurter Allgemeine di oggi, il presidente del Meccanismo di Stabilità Europea (Mes), Klaus Regling, che spiega come nella gestione dei programmi di salvataggio "gli stati dell'eurozona devono agire da soli”. Dopo aver accusato il paper interno del Fmi che ammetteva “gravi errori” nella gestione della crisi in Grecia ed incolpava direttamente la Commissione, Regling sostiene come l'istituto sorto a Bretton Woods non comprende le regole che sottintendono l'Unione monetaria. “Il Fmi ridicolizza il patto di stabilità europeo e si dichiara il responsabile della crescita economica", ha precisato.
Parole forti che fanno eco ad un sentore molto diffuso da Bruxelles a Francoforte. Ma la domanda diviene ora un'altra: come spiegare l'uscita del Fmi alle fasce sociali più deboli dell'Europa meridionale che hanno visto dimezzato il loro potere d'acquisto per delle politiche giudicate ora errate? Se anche Jean Claude Juncker, l'attuale primo ministro del Lussemburgo ed ex presidente dell'Eurogruppo nel momento dell'ideazione del programma di salvataggio della Grecia nel 2010, è arrivato ad ammettere, a conclusione di una due giorni di visita ad Atene, che la troika ha “sbagliato a dar retta ai guru del mercato”, come potranno le due teste rimanenti – Commissione Europea e Bce – continuare a chiedere nuovi sacrifici a quelle stesse popolazioni?
La triste realtà è che potranno. Basterà, del resto, azionare la leva dello spread, paventare il rischio fallimento di una grande banca o, semplicemente, alimentare il panico del contagio attraverso una stampa collusa e questo enorme Truman show chiamato eurozona proseguirà. E potrà continuare nella sua opera scientifica di distruzione della democrazia, del benessere e del reddito dei lavoratori, ben illustrata da Alberto Bagnai nel suo “Il tramonto dell'euro”.

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