martedì 9 luglio 2013

La lenta eutanasia greca


I ministri dell'eurozona hanno alla fine dato il via libera all'erogazione di una nuova tranche di aiuti da  6,8 miliardi di euro di aiuti alla Grecia. Così è più o meno come la notizia viene presentata oggi da tutti i media mondiali. Coloro che si sforzano di offrire un servizio giornalistico migliore indicano poi come l'euro-zona, principalmente attraverso fondi del budget settennale dell'Ue, fornirà 2,5 miliardi di euro questo mese e 500 milioni ad ottobre; come le banche centrali dell'euro-zona garantiranno, perlopiù attraverso i profitti ottenuti dai titoli obbligazionari del debito greco, 1,5 miliardi di euro e 550 milioni nello stesso periodo e, come, infine il Fondo Monetario Internazionale -  che aveva recentemente ammesso che ad Atene era stata imposta una politica economica sbagliata - si ricompatta con il resto della troika e dovrebbe fornire il restante 1,8 miliardi.
Si tratta di una trasposizione che tralascia però di considerare gli aspetti più rilevanti della vicenda.

Innanzitutto, si tratta di aiuti che la troika si era già impegnata ad erogare con il Memorandum d'Intesa alla base del programma di salvataggio. La rinegoziazione, dopo gli immani ed inutili sacrifici imposti al popolo greco, è un atto moralmente deprecabile. E non vale certo come scusa l'impossibilità di Atene di adempiere a tutte le misure suicide richieste: il fatto che siano i creditori internazionali a non rispettare gli impegni assunti e che vogliano rinegoziare in continuazione un programma già bollato come “inutile e controproducente” dai migliori economisti al mondo rende il comportamento della triade inaccettabile.

Si è trattato poi, come anticipato la settimana scorsa da Reuters, di un vero e proprio ultimatum imposto ad Atene, che non ha lasciato altra alternativa ad un governo che basa il suo unico consenso politico sul rispetto degli impegni con la troika. Nonostante la convergenza intellettuale sempre più marcata contro l'austerità, Samaras ha così vincolato il suo paese ad ulteriori misure suicide, condizione per i nuovi aiuti: Atene avrà poche settimane di tempo per mettere in mobilità 12,500 dipendenti del settore pubblico, con il numero che dovrà essere raddoppiato alla fine dell'anno. La Grecia dovrà poi procedere all'ulteriore taglio di 15 mila dipendenti pubblici nel 2014, oltre a riformare il sistema fiscale e procedere ad ulteriori tagli nel settore della sanità.

Dopo un'analisi intellettualmente onesta della situazione, il titolo della notizia doveva essere un altro, magari “la Grecia cede alle minacce della troika” o “ulteriore austerità estorta ad Atene”. 

La speranza è che il Parlamento greco, nel momento in cui dovrà ratificare queste nuove misure, si comporti da bastione della sovranità e della dignità dei milioni dei cittadini che ha il dovere di rappresentare, impedendo al governo di proseguire questa lenta eutanasia concordata con la troika.

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