lunedì 30 settembre 2013

Il danno collaterale peggiore del modello tedesco


15 mila dipendenti del colosso tecnologico tedesco Siemens perderanno il proprio lavoro entro il 2014. La totale assenza di qualunque forma di protesta da parte dell'informazione e del mondo del lavoro rende la notizia ancora più drammatica. Il leader sindacale dell'azienda, Lothar Adler, si è limitato a dire che "non si arrende alla decisione e non considera chiusa la questione" al Wall street Journal.

Tutti sanno che la partita è chiusa. Il "miracolo economico tedesco" o "modello da esportare in tutta Europa" produce questo. I salari a livelli di sussistenza e la disoccupazione di massa vicina al punto di rottura sociale sono i danni collaterali dei feticci del nuovo millennio: competitività e produttività. Il caso Siemens è ancora più emblematico perché nasce all'origine, da quella Germania che fino ad oggi ha sfruttato l'euro per imporre la sua maggiore produttività, ma ora, dopo aver distrutto il suo principale mercato di sbocco dell'Europa del sud, è entrata nel tunnel della crisi che lei stessa ha generato.

Che la filosofia tedesca non possa funzionare per risanare la crisi è nota e solo quelli che Sapir definisce "esperti al soldo della politica" possono continuare a dire il contrario. Un grande paese con un immenso surplus strutturale – sottolinea Wolf sul Financial Times - non esporta solo prodotti, ma anche bancarotta e disoccupazione, in particolare se il corrispondente flusso di capitali consiste in debito a breve termine. L'euro, scrive poi Krugman, può essere visto come un intervento estero de facto volto a mantenere il marco debole. Anche i pacchetti di salvataggio ed i prestiti tra le banche nazionali nell'area euro possono essere visti come parte di questi spostamenti di flussi capitali.

Il disegno tedesco attraverso l'euro è chiaro e da più parti smascherato. L'elemento rimasto colpevolmente nascosto è la perdita di centralità del concetto di lavoro all'interno della società. La ricerca della competitività in tutto il continente è un gioco suicida a somma zero: come può essere l'obiettivo quello di trasformare tutti i paesi in esportatori e chi importerà quei prodotti?

Senza puntare sul rilancio della domanda interna e proseguendo con la logica tedesca, stiamo solo aspettando il prossimo annuncio da parte di un nuovo colosso. Con i prossimi cittadini europei che perderanno il proprio lavoro nell'indifferenza e nell'assenza di indignazione da parte della società: il peggiore dei danni collaterali del modello economico tedesco è stato esportato in tutto il continente.

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