venerdì 28 giugno 2013
Gli insegnamenti dall'Anglo Tape
In Italia, ma di questo come stupirsi, l'affaire Anglo Tape non ha avuto una grande copertura mediatica. Ma, la vicenda che vede tristemente coinvolti i quadri dirigenziali dell'Anglo Irish Bank, è inquietante quanto illuminante per comprendere i nostri tempi.
Partiamo con i fatti. Il quotidiano irlandese Irish Independent ha pubblicato ad inizio settimana le trascrizioni di una serie di d'incredibili conversazioni avvenute tra alti dirigenti della Anglo Irish Bank in merito al salvataggio pubblico di Dublino del 2008. I nastri dimostrano non solo come i responsabili dell'istituto conoscessero già dall'inizio che la mole di intervento pubblico non sarebbe stata sufficiente, ma le modalità irriverenti con cui hanno mentito sulla reale portata delle perdite in questione. Il manager John Bowe, coinvolto nelle negoziazioni con la Banca Centrale, è registrato mentre ride e scherza con un collega, Peter Fitzgerald, sulla facilità con cui l'Anglo Irish Bank riuscisse ad “adescare” i miliardi di euro pubblici da parte del governo. Anche il presidente dell'istituto David Drumm scherza sull' "abuso" della garanzia bancaria, ammonisce i suoi executives di non essere presi in flagragranza ed arriva addirittura a cantare l'inno tedesco, con i fondi che dalla Germania arrivavano nella Anglo come nuova forma di garanzia.
Le cifre. Il salvataggio dell'Anglo Irish Bank è costato a Dublino oltre 30 miliardi di euro ed è stato uno dei fattore chiave che ha costretto l'Irlanda ad accettare l'assistenza finanziaria da parte della troika. Un caso? Ma a questa ed altre domande risponderà, lo speriamo, l'inchiesta che il Procuratore Generale del paese preparerà dalla prossima settimana. Ma non basta certo un referendum popolare per chiedere al popolo irlandese maggiori poteri per l'esecutivo per investigare sui fallimenti bancari, annunciato dal primo ministro Taoiseach Enda Kenny, come risposta dell'esecutivo alla questione. Si tratta di un cammino molto più lungo nel quale la politica deve riprendersi tutta una sfera di prerogative e poteri che ha colpevolmente derogato al mondo finanziario.
Concludiamo con le responsabilità. Fa sorridere poi, anche per la tempistica con l'Anglo Tape, l'annuncio dell'Unione Europea di un meccanismo di condivisione comune dei fallimenti bancari pronto per... il 2018. Con i debiti degli istituti finanziari del continente stilati tra il trilione di euro (Les Echos) ed i 2,6 trilioni di euro (considerando anche tutti gli artefici e giochi di prestigio – W. Munchau del Finacial Times) c'è da scommettere che qualche problemino possa sollevarsi anche prima.
La responsabilità politica e morale maggiore di questa situazione resta di quei partiti socialisti europei che, non solo hanno deciso di giocare con le stesse regole imposte dalla destra thatcheriana e reganiana in materia finanziaria, regalandoci tra l'altro l'euro, ma che continuano a non voler uscire da questo circolo vizioso che hanno contribuito a creare.
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